
Una volta un tennista mi raccontò che in una gara di un torneo importante, dopo aver vinto il primo set, il suo avversario iniziò a proporre un gioco veloce che lo mise in seria difficoltà. L’atleta sentiva di aver momentaneamente perso sicurezza in quello che faceva, di essere condizionato dalla paura di non passare il turno, dall’ansia e dalla tensione crescente. In quel frangente stava vivendo quello che viene chiamato choking.
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