Le ragioni che ci spingono a fare sport sono le più diverse: benessere psicofisico, voglia di dimagrire e/o tonificare i muscoli, avere un hobby che faccia anche bene, per sfida, etc… A volte, però, iniziano ad esserci una serie di problemi che minano la nostra volontà fino a farci desistere subito, o quasi, dal nostro intento. Quante volte gli impegni familiari o lavorativi, piccoli dolori dopo i primi allenamenti o imprevisti ti hanno influenzato quando bisognava decidere se continuare l’attività fisica?
Le fasi con cui ci approcciamo allo sport sono ben spiegate dal modello transteoretico di Guicciardi (2011).
- Precontemplazione: la persona conosce i danni che provoca la sedentarietà, ma non vuole impegnarsi da qui al medio periodo (6 mesi), evitando informazioni che individuino quanto sia sbagliata la sua scelta.
- Contemplazione: ci si inizia ad informare maggiormente sugli effetti dell’attività fisica perché si pensa che possa essere una possibilità iniziare a fare esercizio.
- Determinazione: si decide di intraprendere un percorso sportivo e ci si organizza per i primi allenamenti.
- Azione: iniziano ad essere messi in atto comportamenti utili al miglioramento della propria forma.
- Mantenimento: l’impegno dura per lungo tempo (oltre i 6 mesi).
Il ruolo degli altri
Come sottolineano Marshall e Biddle (2001) la disponibilità di ognuno a intraprendere o proseguire un’attività fisica dipende fortemente dalla fase in cui ci si trova. In ogni momento lo psicologo può avere un ruolo importante, sostenendo la conoscenza dei benefici dell’attività fisica (tramite seminari) o agendo sulla persona stessa per aiutarla ad affrontare i primi ostacoli.
Guicciardi (2011) evidenzia che l’intervento psicologico, come il sostegno emotivo e sociale di chi ci sta intorno, può risultare utile nella fase dell’azione e del mantenimento. Ad esempio, spesso si usa come motivazione per smettere l’inconciliabilità tra un esercizio costante e gli impegni: in realtà, a volte, per non rinunciare a stare bene e sentirsi in forma, basta un aiuto ad organizzarsi in modo adeguato, magari con l’appoggio di coniugi, figli o genitori. Fare qualcosa è importante perché problemi nella fase di “azione” possono portare ad una regressione verso lo stadio di “contemplazione” per un periodo più o meno lungo, limitando i buoni propositi.
Bibliografia
Marshall, S.J.; Biddle, S.J.H. (2001). The transtheoretical model of behavior change: a meta analisys of application to physical activity and exercize, Annals of behavior Medicine, 23(4), 229-246.
Guicciardi, M. (2011), Attività fisica, correlati psicologici e salute. In Lucidi F. (Ed.), Sportivamente, Edizioni LED, Milano.
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