Ti sarà capitato di dover preparare un evento (come una gara importante) che ti ha portato in una situazione di stress. Probabilmente avrai cercato di affrontarlo in vari modi: preparandoti, pensando alle conseguenze delle tue azioni, gestendo le sensazioni negative, evitando di pensarci troppo. Ebbene, tutte queste sono strategie di coping.
Il coping è un meccanismo che mettiamo in atto per ridurre, tollerare o gestire momenti di stress.
Strategie di coping
Weiten (2009) identifica 4 modalità di azioni.
- Incentrata sulla valutazione. La persona modifica il suo modo di pensare su un determinato evento, per esempio negando sia avvenuto o non pesandoci.
- Incentrata sul problema. Folkman e Lazarus (1988) indicano tre fasi inerenti questa categoria:
- si assume il controllo della situazione;
- si ricercano delle informazioni utili a risolvere il problema;
- si valutano i pro e i contro delle possibili soluzioni.
- Incentrata sull’emozione. Ci si focalizza nel gestire le sensazioni che accompagnano lo stress, per esempio cercando supporto sociale o trovando il lato positivo delle cose. È utile quando le cause sono ingestibili (es. errori arbitrali penalizzanti).
- Incentrata sul lavoro. Si pone l’attenzione su una qualsiasi altra occupazione in grado di fornire feedback positivi.
È possibile fare un’altra distinzione, ovvero tra strategie disadattive e adattive. Le prime riducono i sintomi, ma mantengono le cause, finendo quindi per non risolvere la situazione, (come, ad esempio, l’evitamento o la negazione incontrate in precedenza). Tra le seconde possiamo trovare, come indicano Folkman e Lazarus (1988):
- il coping proattivo, che consiste nell’immaginare nella nostra mente quello che potrebbe accadere, preparandoci agli inconvenienti;
- il coping sociale, messo in atto quando siamo orientati a cercare sostegno all’esterno;
- il coping incentrato sul significato, per cui cerchiamo di dare un senso (possibilmente positivo) all’esperienza provata.
Consigli
Martin (2001) fa notare come l’attività fisica, abbinata a tecniche di rilassamento e ad un adeguato riposo e apporto nutrizionale, siano utili per fronteggiare i momenti di stress, esattamente come l’umorismo. Cercare le battute corrisponde ad avere una visione positiva delle situazioni, implica che le cose vengano affrontate con un’ottica decisamente più positiva, riducendo al minimo gli effetti negativi dello stress. Bonanno e Keltner (1997) sottolineano come ridere riduca le tensioni muscolari, aumenti il flusso di ossigeno nel sangue e il rilascio di endorfine .
In generale, a mio modo di vedere, imparare a conoscersi e prepararsi alle varie eventualità aiuta, e di molto, la qualità delle nostre esperienze future. Ad esempio, negli incontri propongo di individuare potenziali problematiche che si potranno vivere e di stabilire delle azioni idonee ad affrontarle, basandosi sulle conoscenze o esperienze passate. In questo modo non faccio altro che applicare il coping proattivo: come abbiamo visto ciò ci permetterà di sapere cosa fare quando ci troviamo in difficoltà.
Bibliografia
Bonanno, G.; Keltner, D. (1997). Facial expressions of emotion and the course of conjugal bereavement. Journal of abnormal psychology, vol. 1, nº 106, p.126.
Folkman, S.; e R. S. Lazarus,R. S. (1988). Coping as a meditaor of emotion. Journal of Personality and Social Psychology, vol. 54, nº 3, pp. 466–475.
Snyder, C. R. (1999). Coping: the psychology of whatworks. University Press: Oxford.
Martin, R.A. (2001). Humor, laughter, and physical health: methodological issues and research findings. Psychological Bulletin, vol. 127, nº 4, pp.504-519.
Weiten, W. (2009). Psychology applied to modern life: adjustmet in the 21th century. Cengage Learning: Wadsworth.
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