
Forse ti è capitato di vedere atleti che di fronte ad una competizione iniziavano ad essere preoccupati, tesi, con forti timori di non riuscire a dare il meglio di sé. Probabilmente, in tali occasioni, hai anche pensato di avere davanti una persona ansiosa.
L’ansia può essere definita come un’emozione negativa caratterizzata, appunto, da nervosismo e preoccupazione e che è determinata da due componenti diverse (Perry, 2015):
- cognitiva (data dalle preoccupazioni, dai dubbi sul riuscire in qualcosa, dalla convinzione che le cose andranno male);
- somatica (con risposte fisiche, come il tremore delle mani o l’agitazione).
Spielberger (1966) ha sottolineato come l’ansia possa essere di stato o di tratto. Nel primo caso è transitiva e derivante da situazioni che cambiano le nostre sensazioni del momento (es. evento inaspettato che ci preoccupa e ci mette in apprensione). Nel secondo ci si riferisce ad una predisposizione che può avere l’individuo a percepire come “pericolose” determinate circostanze (es. paura per uno specifico animale).
Principali conseguenze
Due effetti gravi dell’ansia sono descritti da Perry (2015):
- Incide su alcuni processi di pensiero tra cui la presa di decisione, tanto che, a volte, risulta difficile fare la scelta giusta sulle azioni da compiere. In questi casi è come se la nostra attenzione si “restringesse” fino a farci filtrare male le informazioni che ci arrivano dal contesto e a non comprenderle al meglio.
- Se ci sono troppe cose su cui cui iniziamo a preoccuparci, potremmo non gestirle.
Ansia da Prestazione
Nello sport si possono creare situazioni in cui la persona è preoccupata di come svolgerà il proprio compito (in gara, ma anche in allenamento), a tal punto da essere incerta, timorosa nelle proprie azioni. Questa condizione può portare, a volte, a produrre risultati insoddisfacenti, ad abbassare la fiducia in se stessi e a creare ulteriori paure ad affrontare nuovamente la stessa circostanza (Perry, 2015).
Sull’ansia è possibile agire, anche con ottimi risultati, cercando innanzitutto le cause del problema. Come psicologo posso proporre diversi percorsi rivolti ad affrontarla al meglio, proponendo anche tecniche, come il rilassamento e l’imagery, che aiutano a limitare in breve tempo gli effetti negativi.
Bibliografia
Perry, J. (2015). Sport psychology: a complete introduction. Hodder & Stoughton, Great Britain.
Spielberger, C.D. (1966). Theory and research on anxiety. In C.D. Spielberger (ed.), Anxiety and behavior, pp. 3-19, Academic press: New York.
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